Diritti civili

PARITÀ, AUTODETERMINAZIONE E DIRITTI DELLE DONNE E DELLE PERSONE

Orizzonte, prendendo atto del fatto che la rivoluzione delle donne non è conseguenza ma condizione necessaria di ogni altra, fa sue le principali rivendicazioni in diversi campi:

  • Piena parità nel mondo del lavoro per quanto riguarda l’accesso, le opportunità di progressione, la retribuzione.

 

  • Particolare attenzione alla genitorialità per quanto riguarda la normativa sul lavoro: riduzioni d’orario, congedi parentali retribuiti ecc. che devono essere previsti in misura adeguata e devono essere ripartiti equamente tra lavoratori-padri e lavoratrici-madri in modo da eliminare le asimmetrie tra uomo e donna e favorire una più equilibrata distribuzione del lavoro domestico e di cura.

 

  • Il welfare deve tendere ad assicurare la cura dei minori e degli anziani in modo da alleggerire un’incombenza tradizionalmente attribuita alle donne. Asili nido, scuole materne, punti di ritrovo attrezzati, personale formato anche per prestazioni a domicilio devono essere previsti in misura congrua e totalmente gratuita dallo Stato se si vuole realmente rendere compatibile il lavoro extradomestico con il carico familiare.

 

 

  • Alle donne devono essere riconosciuti pieni diritti sul loro corpo. Le donne devono poter scegliere liberamente se essere madri o meno. Pertanto:
  1. dovrà essere duramente contrastato con pene altissime ogni tentativo di vincolare l’accesso, il mantenimento e la progressione sul lavoro alla scelta o alla condizione di maternità; ogni cautela dovrà essere prevista sul luogo di lavoro per tutta la durata della gravidanza.
  2. le donne incinte hanno diritto a titolo assolutamente gratuito all’assistenza prenatale, a cure ostetriche, a corsi di preparazione e all’assistenza al parto.
  3. Le donne che non intendono essere madri devono avere libero accesso alla contraccezione, alla pillola del giorno dopo, nonché ad ogni informazione sull’aborto sicuro, gratuito e legale che deve essere assicurato in ogni reparto ginecologico con piena e certa assistenza medica, psicologica e sociale.

 

  • Un discorso a parte va fatto, purtroppo, sulle varie forme di violenza fisica e sessuale che troppe donne ancora subiscono in una società che conserva forti connotazioni patriarcali. Occorre quindi vigilare sull’applicazione della Convenzione di Istanbul su tutte le donne senza differenze di provenienza, etnia, religione ecc. secondo il dettato costituzionale.

 

  • Vanno finanziati e potenziati i Centri anti-violenza già esistenti sul territorio per iniziativa dei movimenti femministi, dove operano persone esperte che negli anni hanno accumulato preziose esperienze e competenze sul campo, e ne vanno predisposti altri laddove ce ne fosse bisogno. I CAV hanno il compito di assicurare accoglienza e ascolto alle donne vittime di violenza e devono avere assicurati mezzi, non semplicemente dipendenti come oggi dal volontariato, per allestire case-rifugio dove trovare protezione nei momenti delicati che normalmente seguono le denunce di violenze domestiche. Opportuna formazione specifica, obbligatoria, va rivolta a tutto il personale delle Forze dell’Ordine e delle strutture di Pronto Soccorso così che sia in grado di riconoscere prontamente le vittime di violenza, predisporre con urgenza le relative misure e indirizzare le donne alle strutture competenti (CAV).

 

 

  • Sappiamo oggi dalla ricerca scientifica che la violenza sessuale non deriva nella quasi totalità dei casi da un impulso irreprimibile di tipo ormonale, bensì dalla volontà maschile di affermare la sua potenza sulla donna. Si tratta quindi della conseguenza di un’educazione profondamente errata che va combattuta a livello culturale. Pertanto vanno senz’altro promossi, incoraggiati e finanziati progetti di “educazione alle differenze” nelle scuole da parte di personale preparato in cui si mettano in atto tutti gli strumenti disponibili per trasmettere il rispetto delle persone tutte, di qualsiasi genere e orientamento sessuale, in modo da prevenire i fenomeni di violenza e discriminazione.

 

  • Per eliminare realmente ogni discriminazione, chiediamo l’eliminazione di ogni differenza di tutela legale dal cosiddetto “matrimonio” all’unione civile tra persone di qualunque sesso, genere o orientamento sessuale.

 

 

  • Dovrebbe essere garantito – magari aumentando le strutture sanitarie presenti su tutto il territorio, auspicando almeno un presidio per Regione – e gratuito a chi ne facesse richiesta il percorso amministrativo e sanitario per il cambio di sesso. Il personale sanitario deve essere, in tal senso, formato adeguatamente sulle questioni di genere. Ogni violenza o discriminazione legata a orientamento sessuale di qualsiasi tipo deve costituire aggravante e deve essere severamente punita dalla legge

 

  • Per la salute fisica e mentale delle donne devono essere previsti sul territorio consultori e sportelli ad esse specificamente rivolti con personale femminile formato, dove esse possano trovare accoglienza, ascolto, assistenza psicologica e informazioni che le indirizzino verso i servizi pubblici rispondenti alle specifiche esigenze. È fondamentale, inoltre, che i cittadini, consultando il sito del Ministero della Salute possano trovare una mappa delle strutture ospedaliere dove poter ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza e un vademecum esplicativo che riporti con chiarezza i diritti delle donne che vogliono accedere al servizio, i potenziali pericoli e ostacoli e come affrontarli.

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